Un po' di storia

La Società Artigiana di Bologna viene fondata il 9 gennaio 1864 sotto il nome di Società artigiana maschile bolognese e assume la denominazione attuale a seguito della delibera dell'Assemblea generale dei soci del 10 giugno 1935. Nasce come sodalizio cittadino fra operai, precedentemente soci della Società Operaia già attiva nel territorio bolognese, contrari all'indirizzo politico che questa stava assumendo, ma inclini allo spirito mutualistico assistenziale. I soci promotori riconoscono nella persona di Gioacchino Napoleone Pepoli il proprio fondatore, tanto da riconoscergli la presidenza onoraria nel 1865.

Il 17 ottobre 1875 viene formulato uno statuto speciale per la sezione femminile che entra in vigore dal primo gennaio dell'anno successivo; la sezione femminile si gestisce autonomamente rispetto al nucleo maschile sotto la direzione di Federica Guglielmina Hohenzollern-Sigmaringen, consorte di Gioacchino Napoleone Pepoli. Riguardo la gestione separata delle due sezioni autonome, quella maschile da una parte e quella femminle dall'altra, si apprende, dai diversi statuti redatti dai soci in Assemblea, che dal 1869 al 1873 la Società artigiana di Bologna ammette soci di entrambi i sessi, per poi specificare negli statuti seguenti, tra il 1888 e il 1900, la possibilità ad associarsi riservata ai soli uomini e infine riammettere, solo a partire dallo statuto del 1927 in poi, qualunque socio senza distinzione di sesso. Inoltre, nel "Registro delle cariche sociali" si trovano elencati soci esclusivamente di sesso maschile fino al 1939 e, solo dopo le elezioni generali del 30 marzo 1947, compare la prima socia donna eletta come consigliere: Teresita Miotti.

Il 16 aprile 1888, in base alla legge 15 aprile 1886 n. 3818, la Società artigiana ottiene il riconoscimento giuridico da parte del Tribunale civile di Bologna, il quale ordina che lo statuto allora in vigore, approvato dall'Assemblea generale nei giorni 26, 27, 28 febbraio e 11 marzo 1888, e i relativi verbali siano trascritti nel registro delle società di mutuo soccorso e siano affissi nella sala di udienza del tribunale stesso, nonché nella sala del Comune di Bologna e nei locali della borsa. Tutti gli statuti redatti a partire dalla data del riconoscimento giuridico si devono quindi adeguare alle disposizioni che la legge prevede per le società di mutuo soccorso, tra le quali si riconosce appunto la Società artigiana di Bologna.

La Società Artigiana di Bologna si prefigge da sempre scopi di assistenza e beneficenza nei confronti dei propri soci, soprattutto dal punto di vista economico, tramite diverse forme di sussidio: fornendo materiali e macchinari per il lavoro prima artigianale e poi operaio, garantendo una sorta di pensione per invalidità lavorativa e impegnandosi in prestiti, finanziamenti e servizio medico. Tutte queste prestazioni sono garantite da un fondo monetario costituito dai versamenti annuali, effettuati da parte dei soci, di una somma prestabilita dallo statuto in vigore.

Nel corso degli anni la Società vede modificato più volte il proprio statuto, manifestando in tal modo la volontà di adeguarsi costantemente alle nuove esigenze dei propri soci. A partire dal testo del primo statuto, formulato nel 1869, vengono espressamente dichiarati quali obiettivi principali quello di fornire un indennizzo giornaliero ai soci infermi, di pagare un sussidio permanente o di pensione ai soci iscritti da almeno 15 anni e inabili al lavoro e di cooperare all'istruzione dei soci per il miglioramento morale e materiale delle classi artigiane.

Dal 1899 in poi compaiono accanto allo statuto (che definisce gli scopi e gli ideali della Società stessa), le modalità di ammissione/dimissione e gestione dei soci, la formazione degli organi direttivi e le relative funzioni, oltre alla gestione del bilancio e del patrimonio sociale - alcuni regolamenti specifici per la gestione dei diversi servizi rivolti ai soci:

- "Azienda case artigiane", per l'amministrazione dei beni immobili di proprietà dell'ente e le modalità di affitto degli appartamenti;
- "Azienda prestiti", per la gestione del credito di mutuo popolare e del capitale dei soci azionisti, nonché la vendita delle azioni ai soci stessi;
- "Azienda mobili", per la somministrazione ai soci di mobili in ferro e legno, oltre che di tessuti e macchine da cucire, cui seguono pagamenti in rate mensili;
- "Soci malati", per il rilascio di sussidi temporanei di malattia, prevedendo la copertura delle spese mediche;
- "Servizio medico", per il servizio medico chirurgico gratuito, garantito da medici sociali pagati dall'ente stesso;
- "Elezioni", per l'organizzazione dei seggi elettorali e la disciplina delle modalità di votazione, prevista per le elezioni del Presidente di Assemblea, del Consiglio d'amministrazione, dei Censori e dei Sindaci;
- "Dote Pepoli", per la corresponsione di una somma prestabilita sottoforma di libretto di deposito presso la Cassa di Risparmio di Bologna, da consegnarsi al padre/tutore di quelle figlie (di età compresa tra i 5 e i 20 anni) dei soci estratte a sorte ogni anno nella giornata dell'8 agosto;
- "Premi Garibaldi", per l'assegnazione, in occasione della festa commemorativa celebrata l'8 agosto di ogni anno, di due premi in denaro ai soci operai manuali che dedicano il proprio lavoro all'arte;
- "Bandiera sociale", per le circostanze in cui bisogna far uso della bandiera sociale;
- "Contributi sociali", per la normalizzazione delle quote di contribuzione mensili e il versamento delle tasse di ammissione da parte dei soci;
- "Cassa malattia", per la corresponsione a ciascun socio il diritto, in caso di malattia invalidante, di un sussidio giornaliero;
- "Assegni anzianità", per l'attribuzione di assegni di anzianità con carattere di vitalizio fino alla morte, al compimento del sessantesimo anno di vita;
- "Contributo onoranze funebri", per l'introduzione di un fondo di sussidio destinato alle famiglie dei soci defunti;
- "Contributo matrimoniale G.N. Pepoli", per l'erogazione di un contributo a favore dei soci e dei figli di soci che decidessero di contrarre matrimonio;
- "Azienda mutuo", per il rilascio di assegni di malattia, ricovero ospedaliero, puerperio, contributi matrimoniali, premi di studio, assegni di anzianità, onoranze funebri, interessi su "cassa depositi e risparmio" e contributi per le attività sociali del "tempo libero" e "case per ferie".

Nel 2003, con l'entrata in vigore dello statuto più recente, ridotto nella quantità dei propri articoli, si prevedono esclusivamente i regolamenti per "Contributi sociali", "Qualità della vita", "Assegni di anzianità" e "Azienda case".

Fatta eccezione per il periodo dal 1927 al 1946, quando subisce l'amministrazione commissariale da parte dei commissari prefettizi Adolfo Tadolini, Ercole Ercolani, Bruno Bendini, Diomede Rondelli e Alberto Simili, la Società Artigiana di Bologna, nel corso della propria attività, si distingue per il proprio importante operato, soprattutto negli anni immediatamente postunitari, tanto da ottenere numerose medaglie e riconoscimenti a livello nazionale. Negli stessi anni prende parte inoltre, e con successo, a mostre ed esposizioni internazionali e, grazie alla fruttuosa attività di beneficenza, contribuisce direttamente al benessere del territorio bolognese, proponendo spesso collaborazioni con altre associazioni operaie a livello regionale. Sempre presente nel territorio di Bologna, con spostamenti di sede tra Volta dei Pollaroli 82 (oggi via Ugo Bassi), via Marghera 18 (l'attuale via Fratelli Rosselli) e via Malcontenti 9, sede sociale attuale, svolge tuttora la propria attività a favore dei soci con lo scopo di: garantirne il diritto di abitazione, assisterli in caso di difficoltà, facilitarne e incoraggiarne l'istruzione e l'inserimento nel mondo del lavoro, promuovere occasionalmente attività ricreative o culturali e dare sovvenzioni di anzianità a titolo d'indennità.